Poesia e Musica

“il respiro dell’anima”

…Nell’età in cui i ragazzi giocano a palla nei cortili o si innamorano sulla piazza di Recanati, Giacomo scopre la disperazione della solitudine e la bellezza triste della cultura, l’una necessaria all’altra per dare voce a qualcosa di veramente grande…

D’in su la vetta della torre antica, passero solitario, alla campagna cantando vai finché non more il giorno; ed erra l’armonia per questa valle. Primavera d’intorno brilla nell’aria, e per li campi esulta, sí ch’a mirarla intenerisce il core.

Giacomo, così come il passero solitario, vive pensosamente e in disparte la sua giovinezza.Ma mentre il passero non soffre della solitudine e non avrà rimpianti al momento della morte, perché la solitudine è per lui un fatto naturale, il poeta rimpiangerà di aver sciupato la propria giovinezza e di non aver quasi…vissuto

…Debbo intervistare il famoso poeta Giacomo Leopardi. L’appuntamento è fissato per stasera al sorgere della luna..qui a Napoli, davanti al Caffè Capéce. E’ una bella serata, cosa che certamente favorirà la sortita del poeta..per il resto alquanto restìo a farsi vedere in pubblico. Ah difatti eccolo..sta arrivando…

…Intanto si è fatto notte, c’è una luna che scintilla e ci illumina. Giacomo sembra conoscere bene questa luna silenziosa che sta a guardarci da lassù…perché quando guarda la luna…il suo pensiero continua a smarrirsi…senza più paura di essere ferito…senza più paura di essere ingannato…

…serata Teatrale/Musicale sulla vita e le Opere di Giacomo Leopardi

“Ciàula scopre la L U N A” 

Ciàula, quasi toccando con la fronte lo scalino che gli stava di sopra, veniva su dal ventre della montagna, senza piacere e non vedeva ancora la buca, che lassù si apriva come un occhio chiaro, d’una deliziosa chiarità d’argento. Restò – appena sbucato all’aperto – sbalordito. Il carico gli cadde dalle spalle. Sollevò un poco le braccia; aprì le mani nere in quella chiarità d’argento.

Grande, placida, come in un fresco luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna.  Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola là, eccola là, la Luna… C’era la Luna! la Luna! E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell’averla scoperta, là, mentr’ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore.

…serata Narrativa/Musicale sulla novella di Luigi Pirandello

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